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25/01/2021 - QUELLA ITALIANA “Č UN AGRICOLTURA RICCA FATTA DA AGRICOLTORI POVERI”

Il tema è il salario minimo, e parte dall’analisi dei dati Istat del 2019 dai quali emergono i due settori dell'economia dove la retribuzione oraria è più bassa, anche per effetto del lavoro irregolare: l'agricoltura e i lavori domestici. La retribuzione lorda oraria è di 9,2 euro nel settore agricolo e di 7,3 euro nei servizi domestici (le cosiddette attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico).

Per entrambi i settori, "la presenza di una quota particolarmente elevata di lavoro irregolare (pari rispettivamente al 39,7 e al 58,6% delle unità di lavoro dipendenti) contribuisce ad abbassare ulteriormente la retribuzione media oraria complessiva. Questo è particolarmente evidente in agricoltura, dove la retribuzione oraria media per la componente regolare è di 10,9 euro; più contenuto è l'effetto del tasso di irregolarità nei servizi domestici, dove la retribuzione oraria di un lavoratore regolare è di 7,7 euro, il livello di gran lunga più basso tra tutti i comparti dell'economia".

Eppure il settore agricolo risulta essere strategico per la tenuta economica, sociale e occupazionale del Paese anche nel periodo pandemico. L’Annuario dell’AgricoItura Italiana n. 73 del Crea fotografa la situazione al 2019 e ci racconta di un’agricoltura italiana che, nonostante i molti limiti da superare, soprattutto sul fronte del digitale, dei trasporti e della logistica, vanta molti primati da cui ripartire, tra i quali vantare un giro d’affari pari a 522 miliardi di euro, e rappresentare il 15% del Pil nazionale, classificandosi primo in Europa per valore aggiunto agricolo. Messo alla prova dalla pandemia, il sistema agricolo si è mostrato più resiliente rispetto agli altri comparti dell’economia del paese.

“Si parla tanto di investimenti su ambiente, green deal, sostenibilità, ma il tema degli investimenti dovrebbe riguardare i principali attori che fanno di questo comparto un punto di forza della nostra economia: i lavoratori” – afferma il Segretario Generale FNA Confsal Cosimo Nesci – “ Occorre sostenerli e tutelarli meglio i lavoratori agricoli; pensiamo alle misure di sostegno non riconosciute durante questa pandemia, alle giornate di lavoro perse e non riconosciute per calamità e che pregiudicano l‘accesso agli ammortizzatori sociali, pensiamo al problema del caporalato che fa dei lavoratori le proprie vittime, pensiamo alla retribuzione più bassa rispetto agli altri settori economici. Da questa crisi economica dobbiamo uscirne anche dando il giusto valore e sostegno al lavoratore, quale fondamentale anello della catena che fa muovere le attività economiche, anche attraverso il riconoscimento di un reddito minimo adeguato e garantito”.

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