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17/02/2021 - FONDI UE: CARPE DIEM ITALIA!

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 Mentre litighiamo sui 37 miliardi del MES, non riusciamo a spendere i fondi strutturali europei che potremmo utilizzare praticamente senza condizioni.

Così in piena pandemia il Governo cade per il MES, uno nuovo appena insediato, e non ci si rende conto dell’urgenza che abbiamo di produrre lavoro e quindi costruire il futuro dei nostri giovani.

Si tratta di utilizzare le risorse europee già a disposizione delle Regioni e Province, ma di utilizzarle nella maniera più veloce possibile, perché queste risorse stanno per scadere, e torneranno al mittente.

I fondi strutturali che l’Europa ha stanziato per il periodo 2014-2020 sono per noi disponibili e la stessa Ue è di recente intervenuta per semplificare e snellire le procedure di attivazione delle risorse economiche. Queste sono modifiche di grande rilevanza, che permettono di andare a modificare i programmi operativi (POR e PON), consentendo di spostare le risorse da un capitolo all’altro di spesa, secondo le necessità.

La gestione di questi fondi indiretti è di regioni e province, con l’onere del controllo dei progetti e il compito di emanare i bandi, assegnare gli appalti e controllare lo stato di avanzamento dei lavori; e la possibilità di riutilizzare i fondi rimanenti c’è, come accaduto nei primi mesi della pandemia, dove circa 10,4 mld dei fondi sono stati utilizzati per far fronte alle emergenze della pandemia. Ma pare che l’Italia abbia utilizzato solo una minima parte: il 40% su 45mld stanziati.

Nel frattempo la disoccupazione aumenta, soprattutto quella giovanile, e i nostri ragazzi non intravedono un futuro.

Con urgenza vanno utilizzate le risorse prima che queste decadano (entro il 2023), e investirle nel nostro futuro è la scelta più giusta da fare. Rendere i bandi più semplici nella comprensione e gestione, pensare a strutture che possano aiutare i giovani a poter accedere a quanto a disposizione, tutor che possano aiutarli nella stesura del progetto, e nella successiva realizzazione. Ma anche rendere la giusta pubblicità a queste opportunità, perché spesso sono i beneficiari diretti a non esserne al corrente.

C’è poi il tema delle modalità di finanziamento. Spesso i fondi europei non coprono l’intero budget richiesto per il progetto, quindi bisogna co-finanziare. A questo proposito bisognerebbe prevedere modalità di finanziamento totale anche per quei giovani che non hanno famiglie alle spalle che possano dar loro il sostegno economico per realizzare il proprio progetto, ed evitare così di rimanere esclusi a priori dalla possibilità di creare il proprio futuro.  

Non da ultimo è necessario velocizzare i tempi di verifica e attuazione dei progetti. Dopo anni di attesa per la valutazione quei progetti di sviluppo rischiano di diventare obsoleti, rimanendo dimenticati in un cassetto.

Tutto questo a causa dell’incapacità del sistema amministrativo e burocratico di saper gestire questi processi. L’Italia ha debolezze profondamente radicate legate alla sua amministrazione, dovute alla scarsa qualità del personale amministrativo e burocratico, molto coinvolto nella gestione dei fondi strutturali, ma anche all’assenza di quelle competenze necessarie per poter gestire un progetto. Mancano i veri tecnici di cui l’amministrazione pubblica nazionale, regionale e comunale al momento non dispone, se non in quantità insufficienti. Con il risultato che i progetti non trovano via di attivazione e ai nostri ragazzi l’unica via d’uscita, spesso, rimane quella di lasciare il proprio paese.

La disponibilità di questi fondi ci consentirebbe di migliorare sul piano tecnologico, economico e sociale, e invece sia il governo centrale che le amministrazioni locali preferiscono fare cassa pesando sui contribuenti. Se riuscissimo a utilizzare nel modo corretto tutti questi soldi già stanziati si potrebbe porre fine ai problemi economici che ci affliggono, potremmo pensare ad un Paese all’avanguardia in tema di sanità, istruzione, welfare, di edilizia pubblica, di trasporti. In altre parole questi fondi ci consentirebbero di avere un’Italia al passo degli altri Paesi d’Europa.

Oggi con la crisi sociale ed economica in corso è fondamentale saper gestire e utilizzare i fondi a disposizione: considerando queste agevolazioni come un investimento che gli enti pubblici, Stato, Regioni, Province, attuano per supportare la nascita di attività imprenditoriali, con il sostegno ai giovani disoccupati, e lo sviluppo ed il consolidamento di imprese già avviate con una ricaduta sul territorio non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e occupazionale.

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