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21/12/2021 - MANOVRA 2022: NOVITĄ SULLE PENSIONI PER I LAVORATORI AGRICOLI

 Le novità sulle pensioni a partire dal 2022 dovrebbero riguardare non solo Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi) ma l'Ape social: un anticipo pensionistico rivolto a chi ha compiuto almeno 63 anni di età e che si trova in particolari situazioni di difficoltà o che appartiene alle cosiddette categorie di lavoro gravose (con almeno 36 anni di contributi versati), come operai dell'industria estrattiva, conducenti di mezzi pesanti, operai dell'agricoltura e della pesca, etc.

In particolare, la novità di Ape social riguarda l’allargamento delle categorie di lavori gravosi inserendo gli edili e degli operai agricoli, per i quali la soglia contributiva utile al pensionamento anticipato potrebbe scendere da 36 a 32 anni, mentre resterebbe fermo il vincolo di età dei 63 anni. 

Prevista anche la proroga per Opzione donna, ovvero della possibilità per le lavoratrici dipendenti con almeno 58 anni di età (59 per le autonome) e 35 anni di contributi di andare in pensione una volta decorso un anno di finestra mobile (18 mesi per le autonome).

Quel che è certo è che a fine anno Quota 100 non sarà rinnovata perché troppo costosa. L’obiettivo principale dalla riforma è di garantire una maggiore flessibilità in uscita e maggiori tutele per le donne e per i giovani, vittime purtroppo di precarietà e lavori discontinui. Lo stesso presidente dell'Inps, Pasquale Tridico ha lanciato un allarme sulle pensioni, dichiarando che il nostro sistema pensionistico non può reggersi solo su 23 milioni di lavoratori, a fronte di una popolazione di 60 milioni di abitanti.

Secondo il Segretario Nazionale FNA-Confsal Cosimo Nesci “intanto era doveroso introdurre gli operai dell’agricoltura come soggetti a lavori gravosi e facilitarne l’ingresso alla pensione anticipata.  Ma l’obiettivo principale della riforma deve essere quello di creare lavoro stabile e duraturo per quelle categorie di aspiranti lavoratori che stanno subendo, ormai da lungo tempo, la crisi economica in corso e l’insostenibilità del nostro sistema di welfare ovvero donne e giovani, scoraggiati, inattivi e a tratti dimenticati. Bisogna lavorare per un sistema più sostenibile e più equo.”

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