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16/02/2022 - TRANSIZIONE ECOLOGICA: LA FNA-CONFSAL PARTECIPA AL TAVOLO DI PARTENARIATO CON IL MITE

 LA FNA-CONFSAL PARTECIPA ALLA SESTA RIUNIONE DEL TAVOLO PERMANENTE PER IL PARTENARIATO ECONOMICO, SOCIALE E TERRITORIALE - INFORMATIVA DEL MINISTRO ROBERTO CINGOLANI SULLE MISURE DEL MITE PER IL PNRR

Si è svolta questa mattina la sesta riunione del tavolo permanente pe il partenariato economico, sociale e territoriale, alla quale ha preso parte la FNA-Confsal come stakeholder e durante la quale il Ministro Cingolani ha fatto il punto sugli obiettivi che il Ministero della Transizione Ecologica ha definito per il PNRR.

Dalla riunione è emerso che obiettivo primario delle azioni del Mite è fare dell’Italia un primato globale della transizione ecologica, tenendo a mente che la sostenibilità non è solo ambientale ma anche sociale, e che i due ambiti corrono a velocità diverse: se le azioni sono troppo veloci la sostenibilità sociale è messa a rischio, di contro se si agisce troppo lentamente è la sostenibilità ambientale a correre il rischio. Pertanto le azioni da attuale, a parere del Ministro Cingolani, devono tener conto di questo e portare avanti azioni che siano sostenibili per entrambi gli ambiti.

Il Ministero della Transizione ecologica è al lavoro per raggiungere nei tempi il conseguimento degli 11 obiettivi del PNRR previsti per fine giugno (4 investimenti e 7 riforme), che si concentrano su 4 componenti:

  1. economia circolare e agricoltura sostenibile
  2. energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile
  3. efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
  4. tutela del territorio e risorsa idrica

Le componenti intervengono tutte sulla necessità di ridurre le emissioni di CO2, e in questo le azioni lavorano alla decarbonizzazione. Una certa attenzione sarà rivolta ai territori del Sud, per i quali il Ministro ha ricordato che con l’Europa è stato definito che il 40% delle risorse economiche siano destinate al Mezzogiorno.

Negli obiettivi del Mite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, se ben sfruttato, renderà l’Italia un paese più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici, renderà il sistema italiano più sostenibile nel lungo termine, garantendone la competitività. Le azioni devono andare verso una transizione equa e inclusiva, massimizzando i livelli occupazionali e contribuendo alla riduzione del gap tra le Regioni d’Italia. Ed è chiara la necessità di aumentare la consapevolezza e la cultura verso i temi ambientali.

Come FNA-Confsal si ribadisce la necessità di lavorare al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità anche  lavorativa: le nuove opportunità di lavoro che verranno a crearsi con i settori economici che la transizione ecologica creerà, dovranno essere opportunità per creare lavoro di qualità, per questo è necessario prevedere che i bandi per l’accesso ai fondi PNRR siano dotati anche di presupposti che valorizzino la qualità del lavoro, che diano il giusto peso alle norme di sicurezza sul lavoro, che esigano il rispetto del contratti nazionali, che pongano attenzione alla qualificazione delle imprese che vi partecipano e che soprattutto, l’accesso a questa mole di opportunità economiche sia per le aziende occasione per creare opportunità lavorative stabili, e in questo è fondamentale il lavoro sinergico con gli altri Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico.  Il gap tra nord e sud del paese è ben noto, e l’occasione di superarlo è quantomai attuale: il 40% di fondi che saranno dedicati al Mezzogiorno è un importante vantaggio, che deve andare verso il superamento di queste disuguaglianze a partire anche dall’accesso ai servizi essenziali, come la depurazione dell’acqua, la gestione dei rifiuti, ma anche l’attuazione di campagne di consapevolezza sui temi ambientali, e non da ultimo e determinante per le piccole comunità di stampo agricolo, la diffusione dell’ agrovoltaico, il cui duplice valore sta nel coniugare la produzione di cibo e di energia.

Il salto in avanti da compiere, in ogni caso, dovrà essere di natura culturale, un’opportunità che può trasformare la figura dell’imprenditore agricolo, migliorare la competitività delle aziende, ridurre le emissioni in agricoltura, contrastare alcuni effetti dei cambiamenti climatici, armonizzarsi con il paesaggio e rispondere agli obiettivi ambientali di decarbonizzazione.

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