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07/04/2022 - “SAFETY CONFSAL" FORMAZIONE PARTECIPATA E PREVENZIONE PER AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA SUL RISCHIO

 Il convegno “Safety Confsal” tenutosi a Roma presso l’Auditorium dell’Inail, al quale ha preso parte in videoconferenza la FNA-Confsal insieme al suo Segretario Cosimo Nesci, ha rappresentato un momento di riflessione sul tema sempre attuale della sicurezza sul lavoro, e sulle morti bianche ancora troppo frequenti. L’ampia riflessione sul Testo Unico della Salute e Sicurezza del Lavoro e le valutazioni emerse, grazie anche alla partecipazione di illustri rappresentati e conoscitori della materia, ha fatto emergere quanto sia necessaria la prevenzione e la formazione come strategia da affiancare alla vigilanza e repressione.

Secondo i dati stimati dall’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro EU-OSHA per il nostro Paese, è altissimo il costo sociale ed economico che l’Italia ogni anno paga per gli infortuni sul lavoro e per le malattie professionali.

La riforma del Testo Unico in materia di salute e sicurezza, pur presentando alcuni aspetti positivi, non incentiva la prevenzione nelle aziende e la partecipazione dei lavoratori, e presenta un sistema di sorveglianza frammentato.

E’ fondamentale innanzitutto un potenziamento del ruolo dell'Inail, ampliando le competenze che già l’Istituto svolge sulla materia: a tal proposito l’Inail potrebbe assumere il ruolo di Polo Nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro, realizzando un migliore coordinamento della vigilanza tecnica ispettiva, ma anche di raccordo sui temi della formazione dei lavoratori.

La mancata attenzione alle norme di sicurezza sul lavoro ha costi molto alti sia in termini sociali ma anche economici. Da un’analisi EU-OSHA si è rilevato che i costi della mancata sicurezza sul lavoro ha un’incidenza per il 6,3% sul Pil (al 2015).

Per Giovanni Luciano, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza della Confsal, bisogna dare un forte incentivo alla diffusione capillare dei Modelli di Organizzazione e Gestione (MOG) o dei Sistemi di Gestione della Sicurezza (SGSL): l’applicazione di questi modelli di prevenzione e gestione dei rischi riducono sensibilmente gli incidenti sul lavoro. Migliorare ed ampliare la formazione tecnica dei delegati RLS è un passo necessario per aumentare la consapevolezza dei rischi, e prevenirne gli esiti.

La risoluzione del problema non può essere solo l’applicazione delle norme e la vigilanza, ma a questi momenti bisogna accostare la prevenzione partecipata. Per quanto concerne le figure dei preposti alla sicurezza suoi luoghi del lavoro si potrebbe prevedere una indennità e copertura assicurativa che li sostenga da un punto di vista civile e penale. Il tema della sorveglianza sanitaria, va messa sullo stesso piano della prevenzione per la valutazione delle malattie professionali che possono svilupparsi e acuirsi nel tempo.

Per il Segretario Confsal Raffaele Margiotta due devono essere le direttrici da seguire: promozione della regolarità sul lavoro e promozione della sicurezza sul posto di lavoro, ma soprattutto prevenzione partecipata dei lavoratori e dei datori di lavoro rispetto all’aumentata consapevolezza sui rischi sul lavoro.

La formazione e la prevenzione partecipata possono rappresentare il volano per abbattere le possibilità di rischio e per ridurre la non applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza. In tale direzione, anche la contrattazione collettiva può e deve svolgere un ruolo più incisivo con opzioni contrattuali accompagnate da incentivi economici.

Per rafforzare le misure di prevenzione dobbiamo culturalmente crescere e interiorizzare i temi della sicurezza a partire dalla formazione. I costi sociali che porta in sé il problema della sicurezza sul lavoro è molto alto, e sicuramente l’aumento dell’attività ispettiva è necessaria, ma è necessario investire le risorse anche nella vigilanza preventiva sensibilizzando datori di lavoro e lavoratori, e a livello di contrattazione collettiva prevedere che le aziende adottino sistemi di controllo sulla sicurezza.

La sicurezza va percepita come investimento produttivo, e la formazione dei lavoratori può solo che concorrere a questi risultati di accresciuta consapevolezza e riduzione del rischio.

Per il Segretario Generale FNa-Confsal Cosimo Nesci “è indispensabile continuare ad eseguire controlli in azienda perché ricordiamo che le morti sul lavoro e gli infortuni, non sono mai dovuti alla casualità o alla sfortuna. L’accezione scelta di “morti bianche”, per descrivere quelle avvenute sul luogo di lavoro sono tutt’altro che bianche, le chiamano “morti bianche”, perché «l'uso dell'aggettivo "bianco" allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'incidente»1. Ma in realtà si dovrebbe parlare di morti volente, se non addirittura di omicidi sul lavoro, e la mano responsabile c’è sempre. Va riconosciuta la responsabilità che i sistemi di produzione hanno rispetto alla scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro in tutti i settori economici. E’ inconcepibile che al giorno d’oggi si continui a morire sul lavoro, e bisogna mantenere alta l’attenzione su questo tema. Servono sanzioni severe, e più controlli costanti e capillari”.

 

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