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22/09/2022 - DAVVERO IL PANE STA DIVENTANDO UN LUSSO PER POCHI?

Per molte famiglie italiane è davvero così.

In Europa e nel nostro Paese il prezzo del pane, bene di prima necessità per eccellenza, ha toccato cifre record. i dati Eurostat di agosto 2022 rilevano che il prezzo del pane in Europa è aumentato in media del 18% rispetto allo stesso mese del 2021, rialzo causato da guerra in Ucraina, crisi-energetica, blocco del mercato delle materie prima, ma anche speculazioni in atto. Un aumento enorme se pensiamo che nell’agosto del 2021, il prezzo del pane era in media superiore del 3% rispetto ad agosto 2020.

Oggi un chilo di grano viene pagato agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane, e il prezzo ai consumatori finali varia dai 3 ai 5 euro a seconda delle città.

Come è evidente, il costo del grano incide in maniera marginale sul prezzo del pane, circa il 10% in media, mentre il prezzo del grano è influenzato direttamente dalle quotazioni internazionali.

Se già lo scenario era preoccupante a causa del blocco delle importazioni dei cereali come conseguenza dello scoppio della guerra in Ucraina, a dare il colpo di grazia alla produzione del pane in Italia è stata un’estate si siccità. Ma anche il caro-energia, che ha quintuplicato i costi delle bollette, sta rendendo insostenibili i costi di gestione per le aziende che si trovano di fronte all’opzione di aumentare il prezzo di vendita del pane che arriva fino a 5-6 euro al chilo.

“Negli ultimi mesi in Italia il pane è diventato uno degli alimenti più cari in assoluto. Il risultato è che a farne le spese di rincari e speculazioni è il consumatore finale, le famiglie, i lavoratori, i pensionati, in un momento in cui i carrelli della spesa sono già stati alleggeriti. E non certo nei prezzi: gli italiani stanno già riducendo la spesa per i bisogni primari, a causa dei rincari di materie prime, alimentari e non”, commenta il Segretario Generale FNA-Confsal Cosimo Nesci. “Insomma il pane, simbolo di riscatto da quel senso di insicurezza e precarietà su cui si basava il vivere quotidiano della civiltà contadina,” – prosegue il Segretario Nesci – “cibo- simbolo per eccellenza della convivialità e del ristoro universale, alimento certo sulle tavole di tutti rischia di diventare cibo di lusso, cibo per pochi”. 

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