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12/10/2022 - AGROLIMENTARE ITALIANO: MAI IN CRISI ALL’ESTERO

Il cibo italiano non conosce crisi all'estero e i primi sette mesi di questo 2022 per il settore cresce il fatturato del 18% rispetto al 2021. Nel 2021 sono stati registrati 52 miliardi di valore per l'export agroalimentare made in Italy, e il 2022 continua ad avere risultati positivi, registrando una crescita del 18% nonostante la crisi energetica e il forte aumento dei costi. Da gennaio a luglio 2022 sono stati incassati dall'estero guadagni per 34,5 miliardi di euro. Detto questo, anche i flussi in volume sono in crescita, in particolare per i prodotti come la pasta, i prodotti da forno, i vini spumantiprosciuttiformaggi e pelati-polpe di pomodoro. In termini di mercato, il nostro export cresce sia sul territorio Ue (+21%) sia nei Paesi Extra Ue (+16%). Nonostante questa spinta positiva, il valore della bilancia commerciale torna in negativo a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Ma comunque c’è un elemento positivo: l'aumento delle importazioni può essere visto come un segnale di buona tenuta dell'attività di trasformazione nonostante la forte pressione sui costi delle industrie alimentari italiane.

Fin qui tutto bene, ma in Italia, la situazione è complessa e preoccupante. “Secondo le ultime analisi il caro bollette va di pari passo con i tagli degli acquisti alimentari degli italiani dovuti alla crisi energetica e delle materie prime”, commenta il Segretario Generale FNA-Confsal Cosimo Nesci. “Il 2022 è già segnato da una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistati, in controtendenza con il mercato dell’export che invece segna buoni risultati. E questo è sicuramente un dato confortante per la nostra economia. Ma l’impatto dell’inflazione è reso evidente dal fatto che più di un italiano su due taglia la spesa nel carrello. Ed è questa una situazione estremamente delicata che va affrontata subito con misure adeguate che da una parte devono sostenere l’agroalimentare italiano come punta di diamante del paese, soprattutto grazie anche alle spinte del mercato estero, ma dall’altro lato urge un piano di aiuti interni, diretti a sostenere il potere d’acquisto dei cittadini, che a causa dell’impennata dei prezzi sono costretti a orientarsi verso prodotti alimentari low cost per arrivare a fine mese.”

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