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PRIMOPIANO
30/10/2006 - Avanti con le pensioni dice Romano Prodi. Bene, ma “ che il
La decisione politica per l’apertura del tavolo delle trattative, non c’è ancora. Ma Prodi è già uscito avanti per dichiarare la sua volontà di attenersi al protocollo firmato esistente che dice dell’impegno a che entro il 31 Marzo “dobbiamo riformare il sistema”. Sta già in tutte le salse la promessa del Presidente del Consiglio dei Ministri , di mettere mano per le pensioni e la riforma del sistema pensionistico in tempi rapidi e certi. Lo stesso commissario Ue per gli Affari monetari, avrebbe insistito sul rispetto del protocollo. E Prodi sa delle posizioni dei sindacati che esprimono diverse sensibilità, del modo di pensare delle forze che compongono sia la maggioranza (Pdci,Verdi, sinistra radicale in genere, Rifondazione etc. ) che l’opposizione dentro cui deve districarsi, e di tante associazioni categoriali che sono ancora costrette a fare i conti con i propri associati e con un panorama di situazioni tutt’altro che chiaro e limpido. Noi non smettiamo mai di pensare ad un sistema pensionistico chiaro. Lo volevamo disgiunto dai negativi della Finanziaria perché, come abbiamo più volte detto, il salario differito dei lavoratori non può servire per fare cassa o per altre destinazioni. E questa tesi non la mettiamo nel cassetto; sappiamo che non siamo i soli o quelli che contano di più nelle decisioni, ma sappiamo anche che il nostro dire prima o poi dovrà avere ascolto. E l’essere o no condizionato dalla Finanziaria non è un fatto formale. E’ sostanziato dalle quantità dei finanziamenti relativi e dalla qualità dei risultati. Ma siamo ansiosi a che si apra questo confronto stretti dalla speranza che non ci venga tolto dalla finestra quello che era entrato dalla porta. Ci sono le grandi questioni delle età pensionabili, delle quantità, delle disparità sempre inspiegabili e sproporzionate, del valore dei costi in riferimento ai costi della vita. Dovrebbero essere due i parametri di individuazione dei contenuti economici e normativi sul tema delle pensioni e della riforma pensionistica di cui non neghiamo attinenze con la situazione finanziaria del paese, ma per cui ricordiamo che sempre alla Finanziaria si guarda sempre per decurtare, ridurre, mai per risorse aggiuntive di cui avrebbe tanto bisogno il pensionato e la vita dei pensionati. Ma ci preoccupa il clima generale del paese e le diversità di tesi tra Confindustria, sindacati,associazioni categoriali, partiti di governo, forze di opposizione e ci dispiace dovere constatare che a favorire le diversità ci sono le tante ragioni per cui ognuno porta sul tavolo della trattativa una propria posizione ed una specifica esigenza. Perché non si tende ad un sistema egualitario, giusto, rispondente ai bisogni dei lavoratori da collocare nel mondo generale del sistema-lavoro in questo nostro paese. Sul tema pensioni si accentuano drasticamente le differenze di trattamento tra le persone e le categorie; il privilegio dei meno contrasta assolutamente con la condizione dei più. Le masse dei lavoratori dell’industria, dell’agricoltura, del settore statale, degli edili, degli autonomi coltivatori diretti artigiani e commercianti, costano meno della somma di tanti pensionati d’oro che si beccano somme ingenti, mastodontiche, fuori da ogni logica umanamente concepibile. Per non parlare, poi, dei servizi sociali ai pensionati, delle disparità dell’età pensionabile, del contrasto tra esigenze di pensione ed esigenze del mondo della produzione dove in teoria un prolungamento dell’età pensionabile per qualche specializzazione esperta, potrebbe anche avere una logica che, però, cade perché in questo paese, trovata la legge, è dietro l’angolo l’inganno in agguato. Ad una chiamata del sistema in termini di qualità, è difficile che corrisponda il rispetto e l’equità di trattamento.Le regole, quindi, devono essere rigide ed egualitarie, senza privilegi e senza inganno per alcuno.La Confindustria dice che ci vuole una spinta riformatrice; i Sindacati confederali non vogliono trattative poco concertate e quindi affrettate; la CGIL ricorda i nodi precedentemente irrisolti dalle riforme precedenti; la sinistra radicale si batte per impedire l’aumento generalizzato dell’età pensionistica; i verdi dicono che vanno evidenziate determinate priorità anche rispetto all’età pensionabile. Come si vede esiste una casistica di questioni che richiederebbero interminabili ore di trattamento e di confronto. Noi la prima cosa che auspichiamo è la creazione di condizioni favorevoli ad una trattazione serena e puntuale delle questioni. Perché non vorremmo che questioni di metodo e di formule ci facessero perdere la strada del risultato giusto. E per bene incominciare auspichiamo che il governo, che deve proporre e relazionare, tenga conto delle varie tesi sin da subito; prima che si entri dove c’è il tavolo delle trattative. Se c’è la volontà di fare bene, la relazione di proposta non può che essere semplice, sintetica, contenente i termini importanti su cui sviluppare la discussione per poi raggiungere un accordo equo, giusto, finalmente capace di convincere non solo le organizzazioni contraenti, ma soprattutto i cittadini, i pensionandi, i pensionati, i lavoratori in genere, le famiglie. Sopratutto si tolga dalla testa chi dovesse averla, l’idea che la trattativa per le pensioni ed il sistema da riformare siano occasione per fare cassa. I soldi per quel che servono ha dove prenderli lo Stato. I nostri governanti sanno degli sprechi, delle risorse che vanno a malora, della spesa sociale che spesso sociale non è, dei finanziamenti di aziende precotte e di strutture parassitarie che non danno alcunchè al sistema della produzione e del mercato di consumo.
Vogliamo pure spezzare una lancia contro chi parte senza positive predisposizioni per le trattative che da qui a poco si apriranno e che programmano già scioperi, proteste, ostruzionismi, facili comportamenti che vanno nella direzione diversa da quel che tutti auspichiamo, Restando, poi, come spesso avviene, al palo di fronte al bisogno di far partire azioni davvero sollecitatrici e determinanti. Dalle nostre parti si dice che “ il cane che abbaia assai morsica poco” : Noi non abbiamo bisogno di chi grida e minaccia assai. Abbiamo bisogno di comportamenti costruttivi, civili, puntati ad ottenere i risultati che tutti si aspettano e a cui tutti si legano. Perché un buon sistema previdenziale e pensionistico, è una grande e inevitabile base per un più ampio sistema sociale e di vita per l’intera società italiana. A cui, ovviamente, miriamo ognuno di noi.
Cosimo Nesci
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