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10/11/2006 - Radiografia del precariato
La ragione della creazione del precariato sta nei mutamenti del sistema economico, nelle innovazioni tecnologiche che mangiano lavoro, nel rapporto competitivo con i Paesi emergenti, nell'immigrazione, nelle nuove sfide del modo di produzione. La situazione del lavoro atipico in Italia appare la seguente: i lavoratori parasubordinati in Italia risultano essere 1.475.111. A questi andrebbero aggiunti 209.000 lavoratori con partita Iva, spesso pagati ancor meno e con meno garanzie dei lavoratori parasubordinati. L'età media dei lavoratori parasubordinati è 40 anni; il 90 per cento degli iscritti al Fondo percepisce redditi da un unico committente e quindi ha una sola forma di guadagno. La maggioranza degli stipendi non supera i 10.000 euro l'anno, mentre le donne guadagnano mediamente il 50 per cento meno dei colleghi uomini.
Ma i dati sono molto più amari se ai 1.475.111 atipici si sottraggono i circa 510.000 amministratori di società che pure figurano nella gestione separata, e che in media guadagnano oltre 27.000 euro annui. In questo modo rimaniamo con poco meno di un milione di atipici, che costituiscono uno dei nodi della questione giovanile italiana. Hanno intorno ai 35 anni, guadagnano meno di 800 euro al mese (oppure fra gli 800 e i 1000) e, dato fondamentale, sono per lo più dipendenti pubblici o di ex enti pubblici. In altre parole, il pubblico genera più precariato del privato; mentre adesso, con questa finanziaria, il lavoratore parasubordinato non ha nemmeno i soldi per ricaricare il cellulare, o pagare una connessione-internet per fare nuove domande di lavoro... E dovrebbe anche essere contento di ricevere ancora meno soldi? Non raccontiamoci delle favole. I fatti e il nostro impegno ci portano quindi a confermare la volontà di una lotta politica, anche radicale, contro la precarietà e per superare le tante contraddizioni presenti nell'azione del Governo e dell'Unione.
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