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14/11/2006 - Piano di sviluppo rurale 2007-2013

Si chiama "piano strategico nazionale". Lo hanno elaborato Governo e Regioni, accettando i criteri e le cifre della ripartizione locale dei fondi che l'Unione Europea mette a disposizione dei diversi paesi per il periodo 2007-2013 per lo sviluppo rurale.La cifra complessiva assegnata all'Italia è di 8,3 miliardi di euro. Circa metà delle risorse, praticamente il 10% in più di quanto disposto dalla Commissione europea andrà all'obiettivo "convergenza", l'ex obiettivo 1, che riguarda Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. A Vibo Valentia la col diretti Calabria si e' confrontata con imprese, istituzioni e cittadini sul ''Piano di Sviluppo Rurale'' che dal 2007 e fino al 2013, dovra' permettere alle imprese agricole di innovare valori qualitativi ed essere competitivi sul mercato. In particolare, per Coldiretti è necessaria la centralita' dell'impresa agricola ed agroalimentare che deve essere l'interprete principale del programma di sviluppo, e' necessario pertanto favorire le misure finalizzate all’evoluzione locale dei territori, guardando con interesse alla validita' delle aziende multifunzionali''.Oltre alla valorizzazione del “made in Calabria” con l’ottimizzazione delle filiere agroalimentari ed agroenergetiche che devono utilizzare prodotti agricoli ed agroforestali di origine calabrese'', un punto di estremo interesse è senz’altro la lotta agli sprechi prevedendo contributi che siano adeguati a progetti di sviluppo e di qualita'. Tali direzioni definiscono un metodo strategico e una varietà di alternative delle quali gli Stati membri possono avvalersi nella programmazione dei loro piani strategici nazionali e nei piani nazionali di sviluppo rurale.Con la riforma della politica agricola comune è aumentata decisamente l'importanza del ruolo dello sviluppo rurale nell’aiutare le zone rurali a far fronte ai confronti economici e socio-ambientali del nostro secolo. Le zone rurali occupano il 90% del territorio dell'UE allargata e il nuovo ordinamento estende le possibilità di ricorso ai finanziamenti dello sviluppo rurale per dare impulso la crescita e creare posti di lavoro nelle zone rurali. La futura politica di sviluppo rurale 2007-2013 si collocherà al centro di tre settori di attività, : miglioramento della competitività dell’attività agricola e silvicola; ambiente e paesaggio rurale; miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale. Il nuovo periodo di programmazione rappresenta un'opportunità unica per mettere in evidenza sulla crescita, sull'occupazione e sulla sostenibilità l’aiuto stanziato dal nuovo Fondo per lo sviluppo rurale.Ad avvenuta definizione del quadro giuridico europeo, gli Stati membri possono ora programmare i rispettivi piani strategici nazionali e programmi di sviluppo rurale prima di presentarli alla Commissione europea, dopodichè prepareranno le rispettive strategie nazionali di sviluppo rurale in base a sei posizioni cruciali comunitari finalizzati a: individuare i settori in cui l'erogazione del supporto comunitario allo sviluppo rurale crea il massimo valore aggiunto a livello comunitario; mettersi in relazione alle principali urgenze dell'Unione;garantire la congruenza con le altre politiche dell'Unione, in particolare con le politiche di coesione e dell'ambiente;guidare il compimento della nuova politica agricola comune orientata al mercato e l’essenziale ristrutturazione sia nei nuovi che nei vecchi Stati membri. I sei orientamenti strategici sono: 1) Migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale 2)Migliorare l'ambiente e il paesaggio rurale 3) Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e sostenere la diversificazione 4) Costruire la capacità locale di occupazione e differenzazione 5)Tradurre le necessità in programma 6) Assicurare l’integrazione tra gli strumenti comunitari.

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