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20/11/2006 - L’agricoltura italiana segna il passo e non aggancia la ripr
Quello agricolo è l’unico settore a non crescere. I dati economici dell’Istat relativi al terzo trimestre confermano le difficoltà degli imprenditori agricoli e l’esigenza di una nuova politica. L’agricoltura resta l’unico settore a non aver agganciato il treno della ripresa economica. Questo significa che mancano le politiche necessarie per garantire alle imprese un adeguato sviluppo e una efficace competitività. Da qui l’esigenza impellente di convocare al più presto la Conferenza nazionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale che resta la sede più idonea per individuare le scelte di una politica organica. A sostenerlo è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi a commento delle stime preliminari Istat relative al Prodotto interno lordo (Pil) nel terzo trimestre che evidenziano una crescita dell’1,7 per cento e una preoccupante stagnazione proprio dell’agricoltura, il cui valore aggiunto rischia di diminuire quest’anno il 2 per cento. Nel ricordare che nel primo trimestre 2006 il settore agricolo registrò addirittura un crollo del 3,5 per cento e che nel secondo trimestre la diminuzione è stata del 2,3 per cento, il presidente della Cia evidenzia che le stime dell’Istat, pur rilevando una frenata della tendenza al ribasso, confermano le difficoltà dell’agricoltura che non riesce ad uscire dal tunnel di una profonda crisi strutturale.Gli agricoltori sono, negli ultimi anni, in maniera più consistente, alle prese con crescenti costi e prezzi fermi che inevitabilmente determineranno un nuovo taglio ai redditi. E questo si andrà ad aggiungere ad un calo della produzione tra il 3 e il 4 per cento”.Per tale motivo il governo è sollecitato ad un’azione più decisa nei confronti dell’agricoltura. Il settore deve poter operare in un quadro di certezze e di prospettiva e non più tra vincoli, ostacoli e impedimenti che frenano l’azione imprenditoriale degli agricoltori italiani.La necessità di adottare misure concrete per favorire una reale innovazione ed un equilibrato sviluppo dell’agricoltura. La nuova via da seguire è quella di privilegiare le politiche volte a sostenere l’attività di impresa agricola. Insomma, bisogna delineare un progetto condiviso che sgombri il campo dagli equivoci e dalle attuali grandi difficoltà. Un progetto ben messo in evidenza nello stesso Manifesto programmatico L’agroalimentare cuore strategico dello sviluppo, sottoscritto da molte associazioni e organizzazioni e presentato nei giorni scorsi alle istituzioni.
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