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19/08/2009 - ASSUNZIONI AMPIE PER I «PRECARI»
La manovra d'estate rimette in moto il sistema delle stabilizzazioni del personale pubblico precario, e negli enti locali può anche trovare applicazioni più ampie rispetto a quelle previste per gli uffici statali. A sottolineare gli spazi di manovra concessi ai sindaci dalla legge di conversione del Dl 78/2009, che attende il via libera definitivo dal Senato, è l'Anci, che in una nota passa in rassegna le conseguenze applicative della nuova apertura sulle assunzioni.
La manovra consente alle Pa di riservare fino al 40% dei posti a concorso ai precari che possano ambire al posto fisso, ma la soglia si può alzare al 50% per i comuni che si costituiscano in un'unione con almeno 20mila abitanti. La soglia alta, secondo i tecnici dell'associazione, è applicabile a tutte le unioni, anche quelle già attive, purché raggiungano la soglia dei 20mila abitanti, ma per avere una conferma ufficiale si chiede una presa di posizione da parte della Funzione pubblica. Agli enti locali, sottolinea il documento Anci, non si possono applicare nemmeno i vincoli finanziari che impongono ( articolo 17, comma 13 del provvedimento) di non dedicare alle stabilizzazioni più del 40% delle risorse disponibili per il nuovo personale. La Corte costituzionale, infatti, ha puntualmente bocciato le norme che hanno provato a imporre a sindaci e presidenti di provincia limiti puntuali sulle assunzioni, in contrasto con l'autonomia riconosciuta a comuni e province. Per loro, dunque, i margini di manovra sulle stabilizzazioni sono quelli generali che disciplinano la spesa di personale: gli enti soggetti al Patto di stabilità devono continuare ad assicurare la riduzione complessiva delle spese di personale (secondo i meccanismi di calcolo previsti dal comma 557 della Finanziaria 2007), e quelli sotto i 5mila abitanti devono evitare di superare i livelli del 2004 (come imposto dal comma 562 della stessa legge).
La manovra estiva in corso di approvazione cambia anche le regole per la gestione del lavoro flessibile, eliminando il vincolo dei tre anni per l'utilizzo dello stesso lavoratore con più formule contrattuali. Non si tratta, però, di un via libera alla formazione di nuovo precariato, che viene tenuta sotto controllo in due modi: i dirigenti degli uffici dove si verificano irregolarità nella gestione dei contratti flessibili non riceveranno in busta i premi di risultato, e ogni anno le amministrazioni dovranno inviare un «rapporto analitico» ai revisori dei conti e alla Funzione pubblica. Lo stop alla retribuzione dei risultato per i dirigenti scatterà anche per le irregolarità nell'affidamento di incarichi.
Fonte:Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-08-01
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