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21/10/2009 - POSTO FISSO O FLESSIBILITÀ
Stiamo assistendo da diversi giorni ad alcune discussioni sull’importanza o meno del posto fisso.
Posto fisso oggi diventato per molti una chimera, per i giovani che non possono non guardare ai loro genitori, convinti che la normalità sia avere un lavoro a tempo indeterminato.
È stato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a lanciare la “provocazione” affermando che il posto fisso è “la base sui cui organizzare il proprio progetto di vita e di famiglia”
Il suo punto di vista espresso durante un convegno parte dal fatto che “in strutture sociali come la nostra il posto fisso sia la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia. La variabilità del posto di lavoro, l'incertezza, la mutabilità per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no”.
Il ministro della Funzione Pubblica, Brunetta, prende al contrario le distanze dalle esternazioni di Giulio Tremonti e dall'elogio fatto dal ministro dell'Economia al posto fisso. Brunetta durante un’intervista ha affermato “Tremonti vorrebbe una nuova società dei salariati, solo che questa non risponde alle esigenze di flessibilità che pone il sistema. La sua è una soluzione del Novecento che non va più bene in questo secolo, non si può tornare indietro”. Al Ministro Brunetta si sono aggiunte le prese di distanza del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e del Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che sottolineano come le imprese hanno bisogno di una dose di flessibilità. Inoltre, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ha condiviso la posizione del ministro Tremonti affermando: “'Il posto fisso e' un elemento di coesione sociale, non e' un disvalore. Ad esempio, consente alle giovani coppie di avere credito dalle banche per comprare la casa”. E ancora sull’argomento il presidente Berlusconi che ha diffuso un comunicato in cui si dice che “il posto fisso non è un disvalore”.
Contenti delle affermazioni del Ministro Tremonti i sindacati che lottano per superare un’idea distorta della flessibilità che purtroppo spesso si trasforma in precariato, senza vere tutele e garanzie.
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