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PRIMOPIANO
14/12/2009 - RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE FNA
AMICI,
colleghi, operatori e responsabili del Patronato EPAS, autorità, a Voi tutti il mio personale saluto e quello della FNA, Federazione che ho l’onore ed il piacere di rappresentare. Saluto i Dirigenti, il Presidente ed il Direttore Nazionale del nostro Patronato e li ringrazio per questa importante iniziativa. Saluto i dirigenti della FNA, l’amministratrice del CAF Italia ed il suo staff. Saluto, ringraziandoli per la loro partecipazione a questo nostro Convegno, i dirigenti Nazionali delle associazioni aderenti alla nostra Federazione o convenzionati con essa: UNSIC – FENAGRI- ALPIC- FAILEA- FEDERFAMIGLIA – UDICON – FISMIC. Un saluto particolare ai colleghi, del Canada, dell’Australia, del Brasile, dell’Argentina, della Germania e della Svizzera, ambasciatori dei nostri valori nel mondo. Saluto gli amici di Venezia, Bolzano, Belluno, Oristano e Terni, i quali hanno deciso, da qualche settimana, di far parte della nostra squadra. Un caloroso ed affettuoso saluto al nostro Segretario Generale della CONFSAL prof. Marco Paolo NIGI. Amici, il 4 dicembre 2008, a Roma, a pochi chilometri da qui, aveva inizio il 4° Congresso Nazionale della FNA. Oggi, a distanza di un anno , ci troviamo qui, per questo importantissimo appuntamento, che rappresenta un segnale forte ed inequivocabile di crescita e di consolidamento della nostra Federazione e di tutti i suoi settori. La nostra è una realtà sempre più affermata e numerosa, nella quale operano quasi 500 lavoratori, e più di 1.300 dirigenti sindacali volontari, che si adoperano quotidianamente a favore dei nostri associati, con passione e dedizione. La nostra presenza in ben oltre 72 province italiane, oltre i confini nazionali ed europei finisce per preoccupare, inevitabilmente, quei sindacati e quei patronati ai quali quotidianamente giungono revoche di adesioni di lavoratori che preferiscono affidarsi alla nostra semplicità ed umiltà, che ci contraddistinguono piuttosto che fare i conti con la loro prepotenza e la loro arroganza. Tutto questo ci rende molto orgogliosi, in quanto rafforza la nostra consapevolezza di essere cresciuti: allo stesso tempo, però, deve farci riflettere sulle maggiori responsabilità che assumiamo nell’affrontare ogni giorno vecchie e nuove problematiche della società in cui viviamo. Un onere che siamo ben lieti di sostenere, con lo spirito di sempre. Quello attuale è un momento molto particolare, figlio della crisi che ha colpito le economie di tutti i Paesi, Italia compresa, coinvolgendo tutti i settori produttivi. Una crisi che grazie alla stabilità governativa stiamo superando ma che lascia certamente il segno, tra le fasce più deboli: Operai – lavoratori Agricoli – Pensionati al minimo – Disoccupati e Precari, proprio quei cittadini di cui circa 300.000 sono associati alla FNA. La cosa che lascia perplessi e che delude profondamente è il fatto che davanti a tale realtà, che delinea una situazione molto difficile per diversi milioni di Italiani, il tema dominante del dibattito politico è legato alla vita privata di qualche politico: Questo indica un approccio superficiale e per nulla incoraggiante del modo in cui la politica va incontro alle reali esigenze dei cittadini. Ma quali sono le iniziative che la politica potrebbe intraprendere per migliorare la qualità della vita di tantissimi cittadini ? Nonostante possa sembrare ripetitivo nel riprendere argomenti già trattati con Voi in altre occasioni, sento, anche oggi, la necessità di rimarcare l’esistenza di alcune situazioni che non sono cambiati se non in peggio: mi riferisco al problema degli sperperi, alla mancata abolizione delle provincie, all’inefficienza di larghi strati della Pubblica Amministrazione, al persistere di tanti enti, comitati e commissioni la cui utilità è alquanto discutibile. Continuare a sottovalutare la realtà alla quale mi riferisco è un grave errore, visto che ci troviamo davanti a dati allarmanti che sono sotto gli occhi di tutti. I costi esorbitanti non riguardano solo le alte sfere politiche centrali, ma anche, e, oserei dire principalmente, regioni, province, comuni, comunità montane ecc. A tale proposito, come dato emblematico, basta ricordare che negli ultimi 5- 6 anni le regioni hanno accumulato debiti per oltre 25 miliardi di euro nella sola sanità. Inoltre, in Italia ci sono circa 8 mila comuni e non esiste alcun controllo relativamente alla gestione delle risorse. La legge 142/90 è intervenuta eliminando il controllo di merito, mentre la legge Bassanini, la 127/97, ha ridotto in maniera drastica gli atti sottoposti ai controlli, i quali sono stati praticamente azzerati con la riforma del Titolo V della Costituzione, attuata nel 2001. La riforma in questione ha abrogato tutta la normativa, (statale e regionale) che disciplinava il sistema dei controlli demandati ai CO.RE.CO. per quanto riguarda gli enti locali, ma anche per ciò che concerne le Regioni, con l'abolizione del Commissario di Governo. Le ripercussioni scaturite dal definitivo superamento del sistema dei controlli sono state gravissime, fortemente negative, e colpisce il fatto che nessuno ne parli. Una delle conseguenze maggiormente negative di questa situazione è stato un aumento ingiustificato della spesa, in alcuni casi un vero e proprio sperpero di denaro pubblico, cui si è fatto fronte con l'aumento del prelievo fiscale. Credo che il senso civico del nostro Paese imponga una revisione decisa del sistema italiano, sia a livello centrale, sia a livello decentrato degli Enti locali, reintroducendo un rigido controllo sulla gestione del denaro pubblico. Questo è un passo di fondamentale importanza per essere in grado di rispondere alle elementari domande di lavoro e di giustizia, oltre che di equità, e per aprire le porte a nuove relazioni industriali e sociali. Il nostro ruolo però ci induce ad assumerci delle responsabilità importanti nei confronti di tutti i lavoratori, pensionati e disoccupati che rappresentiamo, che ormai sono tantissimi, per cui abbiamo il dovere di apportare il nostro contributo di idee, frutto dell’ esperienza quotidiana di chi vive in mezzo alla gente. Il nostro modo di fare ci ha portati a non chiedere mai privilegi alla politica: la nostra unica tutela è la cultura etica che siamo riusciti ad imprimere nella mente di tutti quelli che fanno parte della nostra Federazione. I nostri cardini sono il rispetto della legalità e della persona, avendo sempre come principio guida l’umiltà. Siamo riusciti ad affermarci contando solo sulle nostre forze, e sviluppando un modo di fare che, se mantenuto, sono sicuro, ci renderà ancora più forti ed autonomi. Essere autonomi, poter contare su se stessi senza favori, non implica affatto estraniarsi dalla vita politica del Paese, ma al contrario significa avere la possibilità di confrontarsi in maniera costruttiva con un mondo così complesso. Vuol dire essere nelle condizioni di poter valutare il Candidato-Persona indipendentemente dalla sigla politica di appartenenza, sostenendo i programmi politici di coloro che condividono le nostre idee di solidarietà, equità e libertà. Alla luce di quanto appena detto, colgo l’occasione per esortandovi a sostenere le eventuali candidature avanzate da esponenti della Federazione nonché segnalati dalla stessa, indipendentemente dal credo politico di riferimento. La loro affermazione, infatti, costituirebbe un’ ulteriore voce per portare avanti le nostre idee, per dire la nostra, nel tentativo di rendere migliore la società in cui viviamo. Alla politica, come ho già detto prima, non abbiamo mai chiesto protezione, ma semplice rispetto di quei diritti conquistati lottando e che, tuttavia, continuano ad esserci negati. Ciò che rivendichiamo alla politica di centro, centro-destra e di centro-sinistra è il nostro sacrosanto diritto di partecipare alla Contrattazione Collettiva dei Lavoratori Agricoli, considerando che, in questo settore, abbiamo una rappresentanza pari all’ 8,10% secondo il riscontro ufficiale dell’ INPS. Ma purtroppo, e lo dico con grande rammarico, questa cosa ci viene puntualmente negata. E come se non bastasse, quando, confidando nella libertà sindacale, abbiamo siglato con quasi tutti gli Autonomi un altro CCNL, il Ministero del Lavoro, a suo tempo, con una circolare, di fatto ha vanificato tale nostra iniziativa rendendo i suoi effetti inefficaci. A tale soprùso abbiamo reagito attraverso un ricorso all’ autorità giudiziaria competente, ma ad oggi aspettiamo ancora giustizia nonostante siano trascorsi molti anni. Troviamo inammissibile che il CCNL debba continuare ad essere monopolio della triplice sindacale, la quale elabora contratti sulla carta che poi, in realtà, vengono puntualmente disattesi. Quello che serve è un vincolo legislativo che subordini la validità dei Contratti alla convocazione di tutti i sindacati, nonché le associazioni dei lavoratori autonomi che raggiungano una rappresentatività prestabilita, sull’esempio di quanto avviene nel pubblico impiego. Credo di incontrare la Vostra approvazione su quanto appena esposto, e sul fatto che comunque occorre continuare a credere e lottare per raggiungere tale obbiettivo. E’ di vitale importanza sostenere il nostro diritto ad essere presenti al tavolo della concertazione, per tentare di modificare quelle norme contrattuali decise dai Confederali che, specialmente nel sud, hanno dato vita a fenomeni come precarietà, lavoro nero e sfruttamento. Amici dell’EPAS, Signor Presidente, in questo mio intervento ho volutamente dedicato poche parole alla tematica del Vostro Convegno. Questo non è avvenuto per disattenzione, ma per rimarcare la grande fiducia che ho nei vostri confronti: sono convinto della bontà delle Vostre idee e del fatto che i vostri suggerimenti apporteranno maggiori benefici al nostro Patronato e a tutti i nostri associati. Non posso però esimermi dal complimentarmi per questa importante iniziativa. Presidente, la scelta di iniziare il tuo cammino alla guida del nostro patronato ponendo come primo punto la Formazione degli operatori, significa essere partiti con il piede giusto. La formazione professionale è infatti, a mio parere, condizione indispensabile per andare avanti, sia per gli operatori del patronato che per quelli del sindacato. Promuoverla ed attuarla è una meta da raggiungere senza esitazione. Solo con una solida formazione possiamo offrire un lavoro di sempre maggiore qualità e raggiungere un duplice obbiettivo: a) quello di fare acquisire ad ognuno di noi una maggiore padronanza della materia, valorizzando in tal modo il proprio lavoro; b) quello di offrire un servizio sempre più puntuale ed esaustivo ai nostri associati. Amici Anche se non ho intenzione di sottrarre ulteriore tempo ai Vostri lavori, devo però necessariamente approfittare dell’occasione per informarvi di alcuni cambiamenti apportati all’ organizzazione della nostra Federazione. In data 30/09/2009 il Consiglio Direttivo Nazionale della F.N.A ha approvato alcune modifiche allo Statuto della Federazione, rese necessarie da disposizioni normative in materia. Il nuovo testo dello Statuto è pubblicato sul nostro sito: di conseguenza invito ogni dirigente a prenderne visione adeguandosi alle nuove direttive statutarie. Le modifiche apportate sono: - ogni singola struttura, sia regionale, provinciale, territoriale o zonale dovrà stilare, entro il 30 marzo dell’anno successivo di riferimento, il rendiconto economico finanziario relativamente alle entrate ed uscite; - la procedura di controllo finanziario è stata resa meno burocratica. E’ stato, infatti, eliminato il collegio dei sindaci a livello periferico. E’ rimasto il Collegio Nazionale dei Sindaci, quale Organo Nazionale, al quale sono stati attribuiti anche compiti di controllo su eventuali opposizioni proposte da parte dei soci a livello periferico. Il rendiconto economico finanziario dovrà essere elaborato ed affisso all’interno della sede sindacale dal singolo responsabile della struttura medesima ; - si è eliminata la figura del responsabile comunale e si è introdotta quella del responsabile territoriale; - si è istituita la commissione nazionale di garanzia, quale Organo di giurisdizione interna. Cari amici a conclusione di questa mia relazione, vi ringrazio per la pazienza che avete avuto nell’ ascoltarmi e, certo di un dibattito sereno e costruttivo, vi auguro un buon lavoro nell’interesse generale del nostro Patronato e dei nostri associati.
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