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09/02/2005 - 2005: il Pil aumenterà dell’1,8%

La ripresa ciclica avanza a piccoli passi, condizionata dal caro petrolio e dal dollaro debole. Per quest’anno, l’inflazione salirà all'1,9% ed il deficit di bilancio al 2,9% del Prodotto Interno Lordo. Secondo le previsioni per l’anno 2005, avverrà una moderata decelerazione della ripresa, causata soprattutto dai persistenti rincari petroliferi.
Ma anche altri fattori possono avere un effetto più o meno rilevante, a cominciare dall'andamento dei tassi di cambio e dei flussi di commercio mondiale. Secondo il sole 24 ore, gli squilibri di bilancio - conti pubblici e scambi con l'estero - non danno segni di miglioramento e sono preoccupanti.
Secondo gli istituti Ifo, Isee ed Isae, la ripresa in Europa “procede a ritmi sempre modesti, che rivelano una profonda debolezza dell'attività produttiva”. il clima di sfiducia delle imprese è dovuta, soprattutto, alle scarse aspettative di produzione, legato alla decelerazione delle esportazioni. Il problema del cambio è diventato, infatti, centrale per la competitività dell'industria europea, che nell'area della moneta unica mostra da tempo una crescita piuttosto lenta. L'export verso il resto del mondo, decisivo per la ripresa internazionale, darà in prospettiva un contributo meno determinante. Domanda interna e rilancio della competitività hanno, quindi, un ruolo essenziale in questa fase ciclica.
L'economia italiana è inevitabilmente condizionata dall'evoluzione dello scenario europeo e internazionale. Oltre a questo, contribuiscono anche specifici fattori (interni) di debolezza e di ritardo ciclico. Gli ultimi dati mettono, infatti, in evidenza come l'Italia non sia ancora uscita dalla prolungata fase di stagnazione, in atto ormai da quattro anni. La produzione industriale, così come il clima di fiducia delle imprese manifatturiere, confermano il loro scarso andamento, causato soprattutto da un profondo stato di incertezza, che rende le aziende particolarmente caute sulle prospettive di produzione e domanda, a partire dai mercati esteri.
Se il 2004, quindi, si è concluso in significativa decelerazione, legata al rallentamento dell'export, anche il 2005 inizia in frenata, sull'onda dell'euro forte e di una domanda mondiale meno dinamica.

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