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15/05/2006 - Conciliazione per i fondi agricoli

Per il contenzioso agricolo si scommette su conciliazioni e arbitrato. Con il decreto 3 marzo 2006 (pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale” n. 100 del 2 maggio), il ministero delle Politiche agricole e forestali ha stabilito l’obbligo di ricorrere alla conciliazione per tutte le liti sull’assegnazione di fondi agricoli per meno di 20mila euro, sorte tra l’Agea e le aziende destinatarie delle agevolazioni. Per le controversie di valore superiore a 20mila euro, lo stesso decreto amplia poi gli spazi per l’intervento della camera arbitrale nazionale. Il ministero delle Politiche agricole punta, dunque, sulle vie alternative alla giustizia ordinaria per chiudere con più rapidità le vertenze che vedono come protagonista l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, istituita con il Dlgs 165/99, tra l’altro, per il pagamento, ai produttori, di aiuti, contributi e premi comunitari finanziati dal progetto Feoga. La virata a favore delle Adr (Alternative dispute resolution) si è resa necessaria poiché le norme sui fondi comunitari (regolamento Ue 445/2002), impongono la precisa rendicontazione da parte dell’Agea delle spese sostenute. Ma i tempi della giustizia ordinaria e l’elevato numero di processi pendenti hanno di fatto impedito il corretto adempimento di quest’onere. Con il rischio che i ritardi determinano il pieno utilizzo delle risorse assegnate all’Italia da Bruxelles e la loro conseguente sospensione. La conciliazione. Il decreto 3 marzo 2006 stabilisce che per le liti sotto i 20mila euro si deve provare un tentativo di conciliazione. A gestirlo sarà uno specifico comitato, costituito da un rappresentante di Agea e delle associazioni dei produttori o dell’azienda interessata. Ascoltate le parti, il comitato proporrà la possibile soluzione transattiva. Qualora la proposta venga accolta, sarà redatto un verbale di conciliazione che farà stato tra le parti. Se al contrario il tentativo di conciliazione fallisce, le parti potranno ricorrere all’arbitrato. Il tentativo di conciliazione deve essere comunque concluso in 60 giorni. L’arbitrato. Questo tipo di soluzione è incoraggiata per le controversie superiori ai 20mila euro. La procedura, gestita da una camera arbitrale nazionale, scatterà tutte le volte che in un contratto stipulato da Agea le parti accettino di inserire una clausola compromissoria. Ma una clausula di questo genere potrà anche essere inserita nei bandi unilateralmente dalla stessa Agenzia. Il procedimento resta disciplinato dal Codice di procedura civile. Ma il decreto 3 marzo 2006 detta regole molto puntuali sulla struttura degli organi arbitrali e sul loro funzionamento. La decisione finale potrà essere assunta da un arbitro unico oppure da un collegio (in questo caso si deve giungere a una soluzione in 180 giorni). Si tratterà, in ogni caso, di un lodo rituale emesso secondo diritto (salvo un’intesa fra le parti per una decisione secondo equità).

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