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08/02/2007 - Clima: più “energia verde” per contrastare smog ed effetto s

Contro smog ed effetto serra l’agricoltura può giocare un ruolo di grande importanza. Un adeguato sviluppo delle agroenergie, che hanno un bassissimo impatto ambientale, è in grado di contribuire ad aprire prospettive nuove e a frenare inquinamento e surriscaldamento. E’ quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito al grido di allarme venuto da Parigi, dove il gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha delineato un quadro estremamente preoccupante sul peggioramento delle condizioni climatiche del Pianeta. Nel nostro Paese -rileva la Cia- vi sono grandi potenzialità per far decollare l’intero settore agroenergetico, ma è necessario che da parte del governo e del Parlamento si punti con decisione a politiche di sviluppo per le fonti energetiche rinnovabili di origine agricola e forestale e di supporto alle imprese agricole che si organizzano per coltivare, produrre e vendere energia. Occorre, pertanto, che il Piano energetico nazionale tenga nel debito conto il ruolo primario che il settore primario può svolgere in questo particolare contesto. Biodiesel, bioetanolo, olio vegetale puro e biogas, tutti combustibili prodotti da materie prime agricole, possono, infatti, rappresentare -sostiene la Cia- una concreta opportunità per le imprese agricole e una risposta significativa agli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera. In questo ambito la firma del contratto quadro sui biocarburanti -afferma la Cia- rappresenta certamente un primo importante passo per lo sviluppo delle agroenergie, per dare vita ad una filiera nazionale e per rispondere agli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto. Il contratto quadro -primo del genere e con il quale si propone di triplicare nel prossimo triennio, dai 70.000 ettari iniziali del 2006-2007, le colture oleaginose in Italia, colza, girasole, brassica e soia- è un punto fermo di partenza per favorire -rimarca la Cia- la diffusione di questa energia, soprattutto in una fase in cui i costi del petrolio sono elevati. Tuttavia, se esso rimane un episodio isolato, poco servirà. L’agricoltura e gli agricoltori hanno il diritto di entrare a pieno titolo nel panorama delle energie rinnovabili, perché dai campi, dai boschi, dagli allevamenti è possibile, oggi, produrre e risparmiare tanta e buona energia pulita. Basti pensare alla produzione del biodiesel, del bioetanolo, alla produzione di energia elettrica o termica con la combustione del legno e così via. Tutte fonti attraverso cui è possibile creare sviluppo economico locale, occupazione, miglioramento ambientale e, quindi, riduzione dell’inquinamento atmosferico. D’altra parte, la Cia ha sempre evidenziato che l’impiego efficiente dell’energia è fattore di competitività e di sviluppo sostenibile. Per questo motivo è necessario dare massimo impulso ad un progetto che valorizzi in maniera adeguata la produzione di fonti energetiche rinnovabili dell’agricoltura. Il problema è, comunque, uno solo. Se c’è reale interesse a dare slancio a questo tipo di energia, bisogna che si agisca di conseguenza e con azioni veramente concrete, a cominciare dal Piano energetico nazionale. Altrimenti, si rischia di perdere ancora tempo e proprio il tempo, in questo particolare caso, non è il migliore alleato.

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