Le imprese agricole italiane reagiscono alla crisi dei prezzi e ai danni del clima e proseguono sulla strada della modernizzazione, ricorrendo alla finanza per maggiori investimenti e riducendo i debiti verso le banche. I segnali incoraggianti vengono da Confagricoltura che, in un convegno, ha chiamato diversi esponenti di istituti di credito legati al mondo agricolo. Al giugno del 2006, ha così illustrato Vecchioni, presidente dell’Associazione il “rapporto fra sofferenze lorde del settore e impieghi si attestava al 7,6%, valore che si avvicina a quello degli altri comparti produttivi”. In crescita anche gli impieghi (+8,4% fra il 2005 e il 2006 a 32,7 miliardi di euro) guidata dal Nord Italia (+8%) con un maggiore ricorso a quelli a breve e medio termine che indicano una volontà a investire sulla modernizzazione. Con l’introduzione di Basilea 2 e la riforma della politica Ue gli imprenditori agricoli cercano dalle banche nuove forme di credito. In cambio le imprese agricole si devono modernizzare ed entrare anche nella commercializzazione e distribuzione dei loro prodotti oltre che in attività nuove come quelle della bioenergia per essere così più appetibili. Per le banche che curano il settore agricolo e e che hanno impieghi verso il settore doppi rispetto alla media, gli spunti interessanti per la finanza e il privato possono venire dal settore dell’energia alternativa grazie all’orizzonte temporale non molto lungo e alla certezza della redditività.